SETTORE ECONOMICO-TECNOLOGICO Progetto di Alternanza scuola-lavoro “ STUDENTI AMBASCIATORI”
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SETTORE ECONOMICO-TECNOLOGICO Progetto di Alternanza scuola-lavoro “ STUDENTI AMBASCIATORI”

Child Education

I.I.S.S. LAPORTA/FALCONE-BORSELLINO Galatina - anno scolastico 2018/2019-

SETTORE ECONOMICO-TECNOLOGICO

Progetto di Alternanza scuola-lavoro “ STUDENTI AMBASCIATORI” promosso da Italian Diplomatic Academy

Partecipazione ad una simulazione dei meccanismi di funzionamento delle Nazioni Unite a New York

 

“Siamo il silenzio che resta dopo le parole,

siamo la voce che può arrivare dove vuole,

siamo il confine della nostra libertà,

siamo noi l’umanità,

siamo in diritto di cambiare

tutto e di ricominciare .”

 

 Partirei proprio da queste parole della canzone di Fiorella Mannoia  per descrivere l’emozione che provo nel mio animo per l’esperienza  che ho appena vissuto.

 Non potrò mai dimenticare il mio viaggio a New York. Mai. Non potrò mai dimenticare nemmeno la malinconia del ritorno, quel 4 Marzo 2019, data in cui tutto è finito ma tutto ha avuto inizio.

 Partiamo, però, dal principio.

 Primi di Ottobre, in classe, un giorno come tanti-modalità del cervello in pausa-OFF, come sempre.

Vedo alcuni Prof vicino alla porta che chiacchierano fra loro… sinceramente non mi chiedo cosa stiano facendo, né dicendo… ma ecco che una Prof.ssa  si avvicina a noi ed inizia a proporci un’iniziativa, o qualcosa di simile… siamo alle solite, immagino: starà parlando di corsi pomeridiani o di roba del genere…mah, di cosa parla?.... New York?... cosa c’entra New York? L’ONU? Alternanza scuola-lavoro?

Ok. Vi chiederete come continua la storia…beh proverò a sintetizzarla:

25 Febbraio, ore 12:30: aeroporto di Roma,  più di 500 ragazzi provenienti da tutte le regioni  d’Italia... aereo per gli Stati Uniti, New York…. adrenalina  a mille. Devo farmi coraggio: ho accettato questa sfida con i miei, i Prof, ma soprattutto con me stesso.

Questo è stato l’inizio di tutto: un aereo, un volo, un arrivo, una valigia stretta, stretta alle mie mani, ricca di dubbi, paure ma anche tanto entusiasmo.

8 giorni intensissimi, meravigliosi, trascorsi come lampi…  forse perché,  come dice Coez, ” ha un fascino più forte tutto ciò che può finire”; 8 giorni tutti insieme, a New York, quasi 2000 ragazzi  provenienti da tutto il mondo: giovani delegati, studenti ambasciatori,  alla scoperta di New York:  working  papers all’interno delle commissioni dell’ONU alla ricerca delle verità del nostro secolo: problematiche ambientali, politiche economiche, finanziarie….ma anche passeggiate nei quartieri della grande città, tutti insieme,   condividendo un’esperienza  magica: Brooklyn bridge, Liberty Island, American Museum, Central Park, Rockefeller Center, Times Square ed ancora NBA Game, Juilliad School.

Mi sono confronto con coetanei provenienti da tutto il mondo, ho fatto tante bellissime nuove amicizie,  ho parlato una lingua straniera, ma soprattutto mi sono fatto delle domande, ho  pronunciato  e sentito pronunciare tante parole.

  Le parole hanno la forza di essere indelebili e sono sinonimo di promessa, impegno, proposta, idea da condividere. Ecco, nella sede dell’ONU noi ragazzi abbiamo sperimentato proprio la bellezza della scelta delle parole, delle giuste parole. In punta di piedi siamo entrati in un mondo nuovo che, tuttavia, abbiamo sentito subito nostro, pronti ad esprimere i nostri punti di vista ed i nostri dubbi in relazione a tematiche importanti, che riguardano i problemi del mondo intero, quei problemi che coinvolgono ciascuno di noi, nel nostro essere umanità. Che si parlasse di Nord, Sud, Est o Ovest del mondo, non contava, non determinava differenze di ragionamento e discussione: perché i problemi affrontati erano problemi di tutti, sono problemi di tutti.

L’esperienza vissuta è stata magica: formativa e di crescita.

Prendendo l’aereo per il ritorno ho avvertito un forte senso di gratitudine verso la mia famiglia, la mia scuola,  e verso tutti coloro che mi hanno permesso di vivere queste forti emozioni ,  di apprendere la bellezza del conoscere e del far sentire la propria voce.

 

     “FWWMUM “    FUTURE WE WONT, MODEL UNITED NATIONS

 

 

Ester Hasa classe 3 A SIA

Lorenzo Levanto 4 A  TEC

I.I.S.S. Laporta/Falcone-Borsellino            FOTO






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